venerdì 12 febbraio 2016

Venafro. Castello medioevale

Ubicazione della lapide
Comune di Venafro (Isernia)
Piazza Castello medioevale
Nota: Castello Pandone e la sua storia







Il castello Pandone come non l'avete mai visto.
Dal 1° marzo 2010 si é dato inizio all'ambizioso progetto dello svuotamento del fossato del Castello di Venafro.
Il 13 ottobre 1643 una frana del Vallone di Montevergine lo aveva colmato di fango e pietrisco.
Il progetto dello svuotamento del fossato era semplice ma insidioso; percià fino ad oggi nessuno aveva avuto il coraggio di avviarlo.
L'Amministrazione Comunale, Sindaco Nicandro Cotugno, ha creduto nel sogno che Franco Valente da oltre 30 anni tentava di trasformare in realtà.
In meno di un mese sono stati spostati tutti i sottoservizi (acquedotto, gas, telefono, fogne, ecc....) ed é venuta alla luce l'intera struttura del ponte quattrocentesco il cui pilone da quattro secoli si trovava immerso in seimila metri cubi di terriccio, per una profondità di sette metri!
Con l'eliminazione di un orribile ponte di ferro e del terreapieno alluvionale Venafro può oggi ammirare il Castello in tutta la sua potenza muraria.
Tutto il fossato tornerà come una volta.
Il collegamento con Via Mura Ciclopiche, nella parte posteriore del Castello, avrò una pendenza lievissima.
L'attuale accesso pedonale sulla destra sarà inserito in un giardino roccioso con essenze tipiche della montagna venafrana.
Con un secondo finanziamento promesso dalla Regione Molise si completerà la piazza con un basolato in lastre di pietra bianca, una fontana monumentale, un idoneo impianto di illuminazione e una serie di attrezzature turistiche.





Il Castello Pandone,
di epoca medioevale, é situato a nord-est dell'abitato, su una zona dominante che va a ricadere al limite dell'antica centuriazione urbana romana. Legando la sua origine al X sec. si può riconoscere un originario impianto longobardo di un castello-recinto, costruito da una poderosa torre quadrata, corrispondente all'attuale mastio, e una linea muraria che, staccandosi da questa torre coinvolgeva parte del nucleo più antico dell'insediamento medioevale. Col trascorrere dei secoli fasi di intervento si alternarono a momenti di stasi, come accade durante l'occupazione sveva, periodo in cui Venafro fu privata dell'uso delle fortificazioni subendo la totale distruzione del sito.
Le aggiunge ordinate in periodi successivi non consentono una chiara lettura della stratificazione del monumento. Attualmente esso si presenta articolato attorno ad un cortile rettangolare, da cui un tempo si accedeva agli ambienti di servizio come magazzini, cisterne, forni, cucine e mediante una scalinata ai piani superiori. Sono evidenti le trasformazioni che la struttura ha subito in periodo aragonese, identificabili nei bassi camminamenti di ronda sulla controscarpata delle torri cilindriche e delle cortine interposte sul lato sud-orientale.
Di particolare importanza é all'interno la ricca e pregiata decorazione ad affresco. Essa si snoda su tutto il piano nobile ed il tema centrale é costituito da una teoria di cavalli a grandezza naturale realizzati per volere di Enrico Pandone che con la sua famiglia abitò il castello nel corso della prima metà del XVI sec. L'episodio figurativo del castello Pandone rimane isolato; non ci é giunta notizia di altri cicli cinquecenteschi di soggetto religioso, né di imprese decorative nei palazzi abitati nel XVI sec. dalla piccola nobilità locale.
La motivazione della presenza di affreschi raffiguranti cavalli é legata al fatto che Enrico Pandone possedeva una scuderia con circa trecento cavalli di varie razze che vendeva eo regalava a personaggi insigni dell'Italia meridionale di un tempo. Da questa sua passione nasce l'idea di trasformare le stanze del piano nobile del castello in una sorta di album fotografico, con una sfilata di immagini di cavalli, scelti tra i favoriti del conte Enrico.
Artisti ignoti giungono tra il 1521 e il 1527, per dipingere stanza dopo stanza gli esemplari più belli della scuderia con una tecnica che rappresenta quasi un unicum nella storia dell'arte: su un veloce disegno preparatorio le sagome dei cavalli sono modellate in basso rilievo e poi dipinte ad affresco. Ognuna é caratterizzata dalla propria sella e da eleganti finimenti, contrassegnati dal marchio a fuoco di Enrico - un rombo iscritto in un quadrato e sormontato da una croce con al centro la lettera H - e accompagnata da un morso dipinto con dovizia di particolari. Ciascun cavallo é individuato da precise annotazioni circa la razza, l'età ed il no,e.
Tra tutti i cavalli spicca l'esemplare nominato San Giorgio, fatto pervenire da Enrico nell'ottobre del 1522 all'imperatore Carlo V.





Torre medioevale di Enrico Pandone (Piazza E.Cimorelli)

TORRE MEDIOEVALE
(XV°/XVI secolo)
RAPPRESENTAVA IL CARDINE DEL
SISTEMA DIFENSIVO GENERALE
DELLA CITTA' E AD ESSA ERA
ADDOSSATA LA PORTA PRINCIPALE
RIVOLTA VERSO IL SANNIO.
SI RITIENE COME FOSSE STATA
CIOSTRUITA SU COMMISSIONE DI
ENRICO PANDONE NEL 1523.
SUBI' MODIFICHE VERSO LA META' DEL
XIX° SECOLO QUANDO FU ELIMINATA
LA PORTA URBANA ED IL FOSSATO
CHE LA CIRCONDAVA.
CONTEMPORANEAMENTE 
CON LA COSTRUZIONE DELLA CASA
COMUNALE.




PER SAPERE DI PIU'






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L'epigrafe (dal greco antico ἐπιγραφή, epigraphè, "scritto sopra") o iscrizione è un testo esposto pubblicamente su un supporto di materiale non deperibile (principalmente marmo o pietra, più raramente metallo). L'intento del testo è solitamente quello di tramandare la memoria di un evento storico, di un personaggio o di un atto; le parole possono essere incise, oppure dipinte o eseguite a mosaico; l'epigrafe si può trovare sia in un luogo chiuso (chiesa, cappella, palazzo) sia all'aperto (piazza, via, cimitero), oppure può essere apposta su un oggetto. Generalmente le iscrizioni sono realizzate in lettere maiuscole. A caratterizzarle però non è solo lo stile della scrittura ma anche l'adozione di particolari registri linguistici, improntati generalmente a concisione e solennità, in funzione del contenuto, del contesto e dello scopo comunicativo. (Da Wikipedia)

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